Un bel sole ci ha accolti domenica 24 settembre 2023, a San Michele; nonostante l’aria fosse davvero frizzante, un folto pubblico ha seguito con pazienza e partecipazione la narrazione della storia di Cervasca dalla preistoria ad inizio 900.

Dopo il saluto della presidente, sono intervenuti il “padrone di casa”, don Tonino Arneodo, e Tiziana Streri, a nome del Consiglio di Amministrazione della Banca di Caraglio.

Poi ha avuto inizio la narrazione della storia, partendo dal 1° millennio a.c. fino alla tarda romanità: le tracce di “primitivi” a San Maurizio, le strade romane, la centuriazione, il vicus di Vignolo, lapidi romane… Ha raccontato un esperto in materia, Beppe Tomatis.

Siamo poi passati alle origini di Cervasca, la prima data certa, la dipendenza dai Signori locali, a loro volta dipendenti dai marchesi di Saluzzo; contemporaneamente, maturano le istanze di libertà negli homines che collaborano alla fondazione di Cuneo, come riferisce la Cronaca del Rebaccini.

Passiamo poi al XV secolo e conosciamo i cognomi dei cervaschesi, parte di origine greco / romana o medioevali e parte “barbari”, ovvero della lingua dei popoli che migrarono nel sud dell’Europa e contribuirono alla caduta dell’Impero romano.

Nel passaggio tra un secolo e l’altro, Gioanin el cantastòrie (Giovanni Cerutti) ci introduce alla tematica successiva con una canzone d’epoca. Passiamo al XVI secolo e parliamo degli assedi di Cuneo, delle truppe di passaggio nelle nostre terre, delle violenze perpetrate ai danni di Cervasca nel 1537 e nel 1557. Violenze sulle cose e, soprattutto, sulle persone. Giuliana commuove tutti interpretando la madre disperata di una quindicenne che ha subito violenza.

Entriamo nel 600 e incontriamo la peste manzoniana raccontata dal capitano di corazze di San Quintino Giorgio Bramardi, importante personaggio cervaschese, che parla anche di un gran parroco di questo periodo, don Drua.

Irrompono poi sulla scena la contessa Angela Maria Vignone, nata Falletti, moglie del conte Rinaldo, con la sua dama di compagnia, e spiegano il fenomeno dell’infeudazione ai Vignone prima e agli Operti poi.

Siamo ormai nel 700: ancora guerre, assedi, soldati piazzati un po’ dappertutto, soprattutto in occasione dell’assedio di Cuneo del 1744, con danni alle abitazioni, ai campi, ai raccolti, come leggiamo in un documento dell’archivio di stato. In questo secolo difficile, si vive la vicenda tragica delle lotte tra Cervasca superiore e Cervasca inferiore per la questione delle chiese; anche il parroco, che si cura della ricostruzione di San Michele, non è esattamente un bel personaggio, troppo sensibile al gioco e al fascino femminile: don Francesco Borgogno.

Completa il racconto del XVIII secolo il giovane Giovanni Renaudo, che ricorda le sue disavventure per poter sposare Anna Maria, contro il parere di don Borgogno.

Nel 1801, con un’amministrazione dipendente dai francesi che hanno invaso l’Italia dal 1789, Cervasca inferiore ottiene il trasferimento della parrocchia e del comune presso la cappella di Santo Stefano. E San Michele si ritrova parrocchia succursale, senza alcuna importanza e senza mezzi di sussistenza per il parroco. Ovviamente la gente torna a lamentarsi e il vicario generale della diocesi di Fossano, scrivendo a Torino, parla di quel clima elettrizzante della montagna…

Entriamo nell’800 con due personaggi femminili: Anna Maria, morta a 20 anni dopo due matrimoni e due figli morti, e Anna Pizzarro sposata con Giovanni Battista Bramardi, soldato con i francesi, spagnola e vissuta alla Comba fino a 93 anni di età.

L’ultima puntata della nostra storia riguarda il duro capitolo dell’emigrazione, che, insieme alla prima guerra e alle malattie (la spagnola!) ridusse la popolazione di 500 abitanti in 60 anni. Ce ne parla Lucia, che racconta la vicenda di due ragazzi cervaschesi, di cui uno giovanissimo (11 anni).

Con un canto finale a cui tutti partecipano, concludiamo la giornata. Qualche commento:

  • “Ripensando al magnifico spettacolo di ieri, considerando l’idea, la scrittura, la ricerca degli attori (magnifici), le prove e tutte le difficoltà superate, non posso se non ringraziarla…
  • “E’ stato un bel pomeriggio, intenso, curioso e divertente”.
  • “Grazie per il bellissimo pomeriggio che ci avete permesso di trascorrere. E’ stato interessante, gradevole ed istruttivo. Bravissimi gli attori, i lettori e Gioanin el cantastorie…”

E infine, grazie a Nazareno Robaldo per le magnifiche fotografie, con cui abbiamo creato anche un breve filmato che trovate a questo indirizzo:

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