
Mentre a Belem, in Brasile, in una regione cruciale per le biodiversità e nella casa di popolazioni indigene portatrici di una saggezza antica da cui attingere, è in corso la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, anche da noi ci troviamo insieme una sera per ragionare su quel che possiamo fare per contribuire responsabilmente al miglioramento delle condizioni di vita di tutti.
La serata, proposta dalla nostra associazione con l’adesione convinta di San Defendente 2000, della cooperativa I tesori della terra e della parrocchia, ci ha fatto riflettere su tre grandi tematiche: quali stili di vita assumere, come alimentarci, cosa e come coltivare la terra.






Dopo gli interventi di Dario Manassero e dell’assessore Flavio Giordano, Silvia Paruzza ha riassunto il percorso di Vivere Cervasca negli anni per arrivare alle attuali riflessioni. Sono poi intrvenuti i tre relatori.



Don Flavio Luciano, forte della sua esperienza di 19 anni in Brasile e di attuale responsabile della commissione diocesana Giustizia, pace e custodia del creato, ci ha invitati ad allargare lo sguardo al mondo intero: solo recuperando dall’eredità di Papa Francesco le parole pace, fratellanza, cura e imparando a disarmare le coscienze, potremo recuperare in umanità e vincere l’indifferenza da un lato e il senso di onnipotenza di alcuni potenti.
Matteo Fissore ha presentato l’attività della sua associazione, una ODV come la nostra, che fa parte di quella bella rete di associazioni nate a seguito della Laudato sì per continuarne la semina dei valori. Matteo ha poi proiettato e spiegato i contenuti di una mostra messa a punto sul tema dell’alimentazione e che si rivolge in particolare ai giovani e alle scuole. Alcuni passaggi significativi: il valore di frutta e ortaggi, la piramide alimentare che è l’opposto di quella ambientale, il valore della stagionalità, sprechi e accortezze nel fare la spesa.
Infine Claudio Dutto, agronomo, ha condotto un’analisi attenta sul valore dell’agricoltura oggi, spesso, a torto, accusata di produrre in gran quantità gas serra clima-alteranti. In realtà, dati alla mano, ci ha fatto riflettere sul fatto che l’agricoltura contribuisce al fenomeno, ma in misura molto minore rispetto ad altri settori della nostra società. Inoltre solo il settore primario può vantare la capacità di catturare la CO2, perché solo i vegetali, siano essi fili d’erba o foreste, sono in grado di assorbire grandi quantità di questo gas, componente fondamentale della fotosintesi clorofilliana. Non va nemmeno dimenticato che il settore primario è da tempo è impegnato per tutelare l’ambiente attraverso molteplici strategie che vanno dall’attenzione verso i territori e le popolazioni che in esso vivono, all’uso ragionato delle risorse idriche, allo sforzo per ridurre l’impatto delle attività di allevamento, soprattutto dei bovini.
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