Andavano di casa in casa, da chi aveva deciso di far rappresentare i santi di famiglia sul muro dell’abitazione e poteva permettersi di mantenere per qualche tempo un pittore, oltre a pagare le “spese vive”. Viaggiavano lungo le valli, passando poi da una valle all’altra. Sono molti i pittori che esercitavano la loro opera tra fine ‘700 e ‘900 avanzato. Uno di questi è Giorgio Bonetto, nato a Pratoguglielmo di Paesana nel 1747, che dipinse tutta la vita nella valle di origine e spostandosi verso la Varaita, la Maira, la Grana… fino a Fontanelle di Boves. Lasciò proprio nella zona di Paesana i suoi ultimi lavori, datati 1811: forse tornò a casa per concludere tutta questa lunga peregrinazione.

La sua è una pittura semplice, a tratti perfino infantile, molto espressiva. Firmava le centinaia di opere che dipinse fino ad inizio ‘800 con la scritta “Giors Boneto, Pitore di Paisana”, indicando spesso anche la data.

Passò anche a Cervasca, dove dipinse nel 1793 e lasciò almeno tre crocifissioni in Via Valdarello (ne restano due), una, ora scomparsa, a Roata Bruna (sulla casa di Mini del Mancin), una al Belvedere, oltre ad un dipinto alla Pavia. Al centro della crocifissione c’è un Cristo in croce coperto di gocce di sangue; accanto c’è Maria; dall’altra parte, un santo probabilmente scelto dalla famiglia: San Francesco, Sant’Antonio abate, San Giovanni Battista.

settembre 1898. Il Pittore Pocchiola Giuseppe

Poco meno di un centinaio di anni dopo, un altro pittore salì sulle nostre montagne: si tratta di Giuseppe Pocchiola, che lasciò numerose opere nei paesi confinanti; dipinse a San Michele il grande affresco su casa Armando – Zurletti con San Maurizio a cavallo, Maria e numerosi santi; di lì salì a Pratogaudino, dove (se i confronti tra opere non ci portano fuori strada), dipinse il pilone e vari affreschi ancora oggi visibili (al Sottano e a Tetto Cannone) e altri scomparsi. Molte persone, a San Michele e a Pratogaudino, ricordano i racconti dei genitori e dei nonni che narravano di un signore che veniva ospitato alla meglio in casa e nutrito per il tempo necessario a completare il lavoro. Davanti al muro su cui lavorava, tirava un telo in modo che nessuno potesse vedere il lavoro fintanto che non fosse finito e che i ragazzi (che non sopportava) non lo disturbassero. A Pratogaudino, correva l’anno 1898.

L’atto di morte di Pocchiola è conservato nell’archivio della parrocchia di Borgo San Dalmazzo (e gentilmente comunicatomi dai volontari dell’Archivio diocesano) e lo descrive come “pittore girovago da Busca”. Alla morte, il 25 aprile 1907, aveva solo 61 anni.

emmebi