Con la serata di venerdì scorso, sul tema “Risorse illimitate? Acqua, colture, energia, boschi”, Vivere Cervasca ha ripreso la tradizione dei convegni di studio su tematiche di non semplice approccio, relative al nostro territorio. E’ il nostro modo di vivere la cittadinanza attiva.

Siamo ripartiti da dove ci eravamo lasciati due anni fa: con la constatazione che l’innalzamento massimo possibile delle temperature, valutato in un grado e mezzo, a Cervasca è già stato superato. Con la consapevolezza che occorre fare qualcosa per regolamentare l’acqua irrigua.

La proposta ha suscitato l’interesse di oltre sessanta persone, tra cui amministratori, allevatori, coltivatori, agronomi… e semplici cittadini.

La serata è cominciata con una sorpresa: la presenza di un gruppo di dodicenni cervaschesi, accompagnati dai genitori, che hanno presentato un lavoro realizzato in prima media sul ciclo dell’acqua, tema ripreso più volte dai relatori nel corso della serata.

Rispetto ad allora, la situazione è più chiara e più preoccupante: lo studio del Politecnico, pubblicato nel quaderno “Forza natura” della Fondazione CRC, ha dimostrato che il fiume cuneese con maggiore sofferenza nei prossimi anni sarà lo Stura di Demonte, la nostra fonte di acqua irrigua.

Tantissime le idee messe in circolo dai quattro relatori: Francesco Carbonero, dell’Ufficio Studi della Fondazione CRC, Franco Parola, responsabile Ufficio Ambiente della Coldiretti, Luca Barbero, referente tecnico del Progetto CONCERTI della Bealera Maestra, Marco Bonavia, della Federazione Ordini Agronomi e Forestali.

Dal discorso storico: si parla di queste tematiche da circa 40 anni, e sembrano nuove. Organismi specializzati in analisi dei fenomeni climatici lavorano da anni: e c’è ancora chi ne mette in dubbio le conclusioni. Far qualcosa è possibile: ci sono le 22 proposte individuate dal gruppo di lavoro presso la CRC per affrontare le tematiche dell’ambiente.

Poi le tante proposte per l’agricoltura da valutare caso per caso ma da affrontare seriamente: ridurre la dispersione intubando i canali grandi (Modello Bealera Maestra) e piccoli, cercare nuove falde in profondità, trattenere l’acqua con invasi di dimensioni compatibili con il territorio e le esigenze delle comunità locali (modello Serra degli Ulivi), migliorare i sistemi di distribuzione, nel rispetto delle minori quantità di acqua disponibili ma anche delle esigenze delle piante… Ridurrre le “uscite” (gli sprechi, i consumi…) e aumentare le entrate (trattenendo l’acqua, distribuendola meglio…) devono andare avanti di pari passo.

Interessantissimo il discorso sulle comunità energetiche, con l’utilizzo di tutte le fonti rinnovabili possibili, come hanno progettato i 18 comuni del consorzio Destra Stura, che stanno coinvolgendo altre comunità limitrofe.

Infine i boschi: anche questi sono una risorsa ma c’è bisogno di programmazione: quali da utilizzare per i prodotti (soprattutto castagne), quali sfruttare per i legnami, quali per crediti di CO2, quali da conservare per finalità turistiche e di tempo libero.

Sarebbero molti ancora i temi da affrontare. Ne diciamo due:

  • cosa fare a livello personale e di piccoli gruppi, quali stili di vita adottare: ad es. come ridurre le emissioni, incrementando l’uso della bicicletta
  • approfondire il discorso colture – alimentazione: se l’acqua non sarà sufficiente, occorrerà intervenire sul tipo di colture, che rispondono ad esigenze di alimentazione e a stili alimentari che probabilmente vanno modificati.

Riprenderemo, se possibile, questi temi. Intanto grazie a tutti, relatori e partecipanti. Un grande speciale ai dodicenni e ai loro genitori.