
Si sente dire spesso che una sola esperienza possa cambiarti la vita, se vissuta nel momento giusto e nel posto giusto. In passato, non riuscivo a comprendere come un singolo avvenimento potesse influire sull’esistenza di una persona in modo così radicale; poi, mi sono trovata in prima persona a vivere un’avventura che mi ha segnata profondamente.
Nella notte del 7 agosto 2024, sono partita per un viaggio che custodirò fino alla fine dei miei giorni, che mi ha permesso di scoprire nuovi lati della mia personalità e al tempo stesso di posare lo sguardo su una realtà lontana dalla mia. A soli 16 anni sono riuscita a concretizzare l’esperienza che popolava i miei sogni realizzando così il desiderio più grande della piccola Alice.
Già in autostrada, verso l’aeroporto, la mia mente era pervasa da un turbinio di emozioni e, mentre questa moltitudine di sensazioni attraversava la mia psiche, ho percepito sulla pelle l’inizio di un grande Viaggio.
Dopo lunghe ore di volo, giunsi finalmente in Kenya. Ero partita assieme ad un gruppo di giovani con l’obiettivo di svolgere attività di volontariato nel villaggio di Buoye, a pochi chilometri dal Lago Vittoria, e ancora non sapevo che una parte del mio cuore sarebbe rimasta ancorata a quella terra e alle persone conosciute.
Quando arrivammo al villaggio, la stanchezza accumulata durante il viaggio svanì improvvisamente: i bambini ci corsero incontro, ci presero per mano e con premura ci condussero lungo le vie del paese mostrandoci la scuola, le abitazioni, gli spazi dove si riunivano per giocare e in un attimo ci sentimmo a casa.
Le giornate trascorse a Buoye sembravano una festa continua: ogni giorno, nel cortile della scuola o all’ombra di un grande albero, organizzavamo attività ricreative ed era un’esplosione di gioia ogni volta. Non importava quale gioco proponessimo, era sempre un clima di allegria contagiosa al quale era impossibile resistere!
Un momento particolarmente toccante è stato quando abbiamo avuto il piacere di recarci in ospedale per consegnare personalmente i “corredini” alle neomamme, festeggiando assieme l’inizio di una nuova vita.
È stato davvero incredibile osservare ogni singola persona attivarsi, nel suo piccolo, per portare un aiuto concreto. Le infermiere del gruppo hanno donato le loro competenze all’ospedale, le insegnanti hanno assistito i professori durante le lezioni; ognuno ha fatto la propria parte attraverso gesti semplici come colorare un disegno assieme ai bambini, giocare a “ruba bandiera” con loro, fermarsi ad ascoltare le loro storie, rispondere alle loro domande curiose e avvolgersi in un grande abbraccio.
Sono azioni che nella nostra vita frenetica diamo per scontato, come se fossero di poco conto, ma che in realtà celano un profondo valore.
In quegli occhi luminosi, in quei sorrisi sinceri, in quei braccialetti di perline realizzati insieme e in quelle strette di mano così affettuose, ho scoperto una parte di me. In soli 15 giorni, nella terra dove milioni di anni fa è iniziata la vita, ho conosciuto persone che porto nel cuore quotidianamente e di cui sento la mancanza ogni giorno. Ho capito che la vera felicità esiste: il segreto è cercarla nei sorrisi degli altri. Quando sei circondato da persone che portano il sole dentro di loro, ecco che basta poco altro per gioire.
Sento di essere ritornata a casa nelle vesti di una persona nuova, più consapevole e spiritualmente più ricca di quando sono partita. Ero giunta a Buoye con l’intenzione di donare ogni parte di me alle persone che avrei incontrato, invece sono tornata portando nel mio cuore i doni che loro hanno fatto a me. Ogni giorno, guardando il braccialetto realizzato durante un laboratorio pomeridiano e che porto sempre al polso, non posso fare a meno di pensare a Mary, Nicole, Grace, Ezio, Brandy e tutti i bambini con cui ho condiviso i giorni più belli di sempre, ripetendomi che ci sarà presto l’occasione per tornare a passeggiare insieme per le vie del villaggio tenendoci per mano.
Alice Concari