Questa foto ci riporta indietro negli anni a metà del secolo scorso.

Ci troviamo nel cortile dell’asilo parrocchiale di Cervasca. Si vede la statua della Madonna sul tronetto.

Ci sono i bambini, gli uomini, le donne, le Figlie di Maria nella loro divisa e una suora con il caratteristico abito che indossavano allora. Alcuni portano un cero.

È difficile riconoscere le persone che partecipano a questa funzione. Sicuramente il sacerdote che sta su un piedistallo, forse uno sgabello, è il priore don Andrea Pepino, con il crocifisso alle spalle.

Siamo probabilmente nei primi anni di funzionamento dell’asilo, aperto nel 1958. Si nota il cortile sterrato. A quel tempo erano così tutti i cortili delle nostre case! L’edificio che si vede dietro le persone è la zona centrale della scuola che appare simile a quella attuale.

Negli anni che precedono l’apertura dell’asilo c’era solo la scuola elementare e i bambini, fino a sei anni, stavano a casa con la famiglia. Solo pochi venivano portati dai genitori all’asilo di San Rocco Bernezzo che già funzionava. Generazioni di bambini facevano quindi il loro incontro con la scuola solo nel momento in cui entravano in prima elementare.

Le sorelle Parola, negli anni cinquanta, donarono alla Parrocchia il terreno e la casa situata in questo luogo. L’edificio venne ristrutturato, ma purtroppo un incendio lo devastò, bruciando il tetto. Qualcuno ricorda ancora che il parroco aveva suonato le campane per chiedere aiuto e tanti erano accorsi. Alcuni parrocchiani poi offrirono il legname necessario per la ricostruzione e tanti prestarono la loro opera per ripristinare ciò che il fuoco aveva distrutto. Le “lòse” vennero sostituite con le tegole. Si costruì così l’”Asilo Parrocchiale Sorelle Parola” con la collaborazione di tanti volontari. Tutti ricordano anche il grande lavoro manuale fatto dal priore don Pepino. C’è chi lo ha visto personalmente all’opera e chi ne ha sentito parlare dai genitori. Tutti desideravano far nascere l’asilo che avrebbe ospitato i piccoli e le suore. Era figlio di tutta la comunità e dal 1958 aprì le sue porte.

La popolazione continuò a partecipare alla vita dell’asilo e quando, in campagna, si aveva disponibilità di latte, uova, verdura, frutta ed altro, si passava dalle suore per lasciare ciò che poteva essere utile. Tutto veniva accolto ed apprezzato con tanta riconoscenza. Naturalmente, allora, i bambini venivano accompagnati all’asilo dai genitori, a piedi per chi abitava vicino, in bicicletta sul seggiolino per chi era più lontano. Arrivavano col classico cestino nel quale la mamma metteva qualcosa da mangiare per completare il pranzo o per la merenda.

Negli anni, poi, l’edificio è stato ampliato a destra con altri locali. La parte a sinistra è stata dedicata al refettorio e alla cappella. Nel cortile è stata costruita la tettoia dove si ricoverano i giochi e il pilone della Madonna, con la tazza del fonte battesimale e una scultura acquistata direttamente dal priore don Serra presso le Suore Paoline di Alba. La scuola è diventata così, sempre più accogliente e funzionale. Le suore della Sacra Famiglia di Savigliano sono state, in ogni momento, una presenza molto importante nella scuola, nella parrocchia e anche nella cura delle persone e dei malati: facevano le iniezioni e davano utili consigli.

Nei primi tempi accoglievano anche le giovani che stavano preparando il corredo e insegnavano loro l’arte del ricamo.

Ricordiamo ancora l’asilo per l’oratorio frequentato dai bambini e dai ragazzi nel primo pomeriggio della domenica; alle ore 15 poi si partecipava tutti ai Vespri. Anche la cantoria si ritrovava all’asilo per la scuola di canto corale. Nei vari locali poi si tenevano gli incontri settimanali di catechismo con i diversi gruppi di bambini e adolescenti. E non dimentichiamo gli incontri serali con i giovani! Erano momenti preziosi di riflessione, di spiritualità e di attenzione ai problemi e alle scelte di vita. Ricordiamo anche la piccola cappella dove sovente con le adolescenti ci siamo fermati per momenti di intensa preghiera! Negli ultimi tempi, naturalmente, tante cose sono cambiate e la scuola si è adeguata alle nuove realtà e alle nuove necessità.

Sicuramente una cosa positiva è continuata negli anni e continua ancora oggi: la presenza di tanti volontari che offrono la loro opera con generosità. disponibilità, intelligenza e affetto!

Barbara Giraudo